26 mag 2012

Macro /Close-up

Molto spesso si sente parlare di macro fotografia.
Nell'immaginario comune essa è semplicemente una tecnica che permette di scattare foto di soggetti molto ravvicinati. In realtà si tratta di concetti più complessi e per questo bisogna fare chiarezza su alcune terminologie.
  • La Macro fotografia permette di ingrandire il soggetto con un rapporto 1:1, ciò significa che nella "vera" fotografia macro il sensore cattura il soggetto nelle sue reali dimensioni. 
  • Nella fotografia Close-up, invece, non si raggiunge il rapporto 1:1, di solito si parla di rapporti 1:5 e nelle migliori delle ipotesi di 1:2. Questo vuol dire che il soggetto non è catturato dal sensore nelle sue reali dimensioni, per cui per ingrandirlo ulteriormente siamo costretti a tagliare la foto (crop), il che non è sempre consigliabile in quanto ha come conseguenza la perdita di risoluzione.

Questo tipo di fotografia può essere applicato in ambito naturalistico, (scegliendo di fotografare fiori, coleotteri, farfalle, libellule e tantissimi altri soggetti) ma è molto usato anche nella fotografia stil life ovvero nel presentare all'osservatore foto in cui oggetti comuni, in determinate circostanze e da certi punti di vista, mostrano un lato che pochi conoscono.

In questo post parleremo prevalentemente di fotografia naturalistica.
Vediamo prima di tutto cosa occorre per dedicarsi a questo tipo di fotografia e ottenere risultati soddisfacenti.




STRUMENTAZIONE

  •  Fotocamera. Come sempre facciamo riferimento alle DSLR (digital single lens reflex) in quanto esse consentono di gestire i valori dell'esposizione manualmente.



  • Obiettivo macro/close-up. Scegliendo un obiettivo specifico per questo tipo di fotografia avremo sicuramente più possibilità di ottenere scatti notevoli. Questo non vuol dire che non si possa provare con normali lenti, ma come riportato di seguito il vero problema è la distanza minima di messa a fuoco.

  • Flash esterno. Quando si scattano foto da una posizione molto ravvicinata rispetto al soggetto può capitare di coprirlo con la nostra stessa ombra. E' di norma sconsigliato posizionarsi tra il sole e il soggetto da fotografare, ma non sempre è possibile scattare la foto perfetta da un altra inquadratura, per questo l'utilizzo di un flash ci permette di scattare la foto schiarendo le ombre indesiderate. Inoltre se il flash è esterno è possibile posizionarlo lateralmente al soggetto per effetti di luce creativi. Una tecnica molto particolare è quella di posizionare un flash esterno dietro al soggetto, (facendo attenzione a non far arrivare il lampo direttamente nell'obiettivo) e contemporaneamente usare il flash on camera alla minima potenza per illuminare la scena. In questo modo creiamo uno sfondo nero che isola il soggetto e permette di focalizzare l'attenzione solo sul componente principale della fotografia.


Obiettivi macro

Gli obiettivi macro possono essere tranquillamente utilizzati per scattare normali foto, la loro differenza è (oltre a quella di avere generalmente una maggiore nitidezza) quella di poter mettere a fuoco il soggetto da distanze ravvicinate.Esistono obiettivi macro che mettono a fuoco senza problemi da 20 cm o meno.Questa grandezza è definita distanza minima di messa a fuoco ed è la minima distanza che deve esserci tra il sensore ed il soggetto (con un dato obiettivo) in modo da avere il soggetto a fuoco. Come mostra l'immagine, evidentemente fuori fuoco, bastano anche pochi centimetri per uscire da questo range.
La distanza minima di messa a fuoco di un obiettivo è dovuta alle sue caratteristiche stesse, alla qualità e al numero di lenti interne.

Distanza dal soggetto
E' importante, quando si scattano foto di animali, considerare a che distanza dovremo trovarci dal soggetto.
E' impossibile potersi posizionare a 10 cm da una farfalla, o da un libellula, senza farla volare via.
Esistono infatti lenti macro che grazie a lunghezze focali maggiori risolvono questo problema. Ad esempio il 105mm, ottimo per insetti e animali molto diffidenti.
Personalmente posseggo un sigma 70-300 che ad un prezzo davvero accessibile mi da la possibilità di scattare foto close-up a una distanza di circa 90 cm, raggiungendo ugualmente rapporto di ingrandimento di 1:2.

Profondità di campo
Un altro fattore da considerare è che nella fotografia macro la profondità di campo è molto ridotta.
Essa diminuisce se ci avviciniamo al soggetto, per cui scattando una foto da 20 cm otteniamo una profondità di campo sottilissima. Questo può essere un vantaggio se desideriamo ottenere un gradevole Bokeh sullo sfondo ma dobbiamo stare attenti a non lasciare fuori fuoco tratti di soggetto che renderebbero la foto meno interessante.
Per ovviare a ciò possiamo decidere di scattare con diaframmi più chiusi per aumentare la profondità di campo.


Vi lascio con alcune foto che ho scattato nel corso del tempo, ritraggono vari impollinatori all'opera e la maggior parte di esse sono state scattate con il 70-300.


foto di Gianni Luccheo
In questa foto ho utilizzato un flash per schiarire la ombre sul dorso degli insetti e per rendere più satura la loro livrea.

foto di Gianni Luccheo
Spesso, come in questo caso, la foto è composta solo dal soggetto e da pochi altri elementi. Per renderla più interessante ho posto il soggetto lateralmente e ho fatto in modo che il ramoscello su cui era posato formasse una diagonale lungo tutto il frame.

foto di Gianni Luccheo


foto di Gianni Luccheo

foto di Gianni Luccheo
A volte bisogna osservare attentamente il campo in cui si sta fotografando, i soggetti più interessanti possono essere i più piccoli, come nel caso di questo coleottero che sfoggia la sua livrea sulla quale sembra dipinta una maschera.

Si conclude qui questo post riguardante macro e close-up.
Ovviamente è molto difficile far rientrare un discorso così ampio come la macro fotografia in un piccolo post, i concetti da illustrare e spiegare sono molti e legati tra loro.
Come sempre faccio del mio meglio per essere chiaro e semplice. Vi invito a provare sul campo le nuove tecniche che stiamo pian piano illustrando, questo è il miglior modo per apprenderle al meglio.

Grazie.
Gianni Luccheo

12 mag 2012

Effetto Seta

L'acqua, forse uno dei soggetti dominanti nella fotografia paesaggistica.
Spiaggie, fiumi, ruscelli sono tutte ambientazioni dove l'acqua è l'elemento predominante nello scatto.

 Anche al sottoscritto, in quanto appassionato di fotografia paesaggistica, piace includere negli scatti questo meraviglioso elemento.
foto di Gianni Luccheo
Esso conferisce dinamismo in foto che ad esempio ritraggono onde o tempeste, riesce a trasmettere sensazioni di pace e benessere, o ancora può
dare un tono drammatico allo scatto.
foto di Gianni Luccheo









Esiste inoltre una tecnica in fotografia in cui l'acqua gioca un ruolo primario, e che fa assumere alle nostre foto un aspetto insolito, in alcuni casi quasi spettrale.
Stiamo parlando del cosiddetto effetto seta.


Questa tecnica sfrutta l'utilizzo di una prolungata esposizione, nell'ordine di 6-10 sec.
In questo modo l'acqua che scorre e si muove alla sua normale velocità viene catturata dal sensore creando una scia dovuta all'effetto mosso che segue il suo corso. Ovviamente maggiore sarà la portata dell' acqua migliore sarà il risultato.
E' sicuramente di aiuto come sempre usare le immagini più delle parole per spiegare queste tecniche, per cui seguono alcuni miei scatti in cui ho usato l'effetto seta.



foto di Gianni Luccheo

foto di Gianni Luccheo

foto di Gianni Luccheo
 Come si può notare della immagini, la particolarità di questa tecnica sta proprio nel fatto che essa da origine a qualcosa che non sembra, anzi non è, reale. Questo perchè la lunga esposizione crea una distesa velata simile ad un tessuto sulla superficie dell'acqua (ed e per questo che è definito effetto seta).

La spiegazione di questa tecnica è semplice da capire in quanto fa riferimento al tempo di scatto.
Come sappiamo tempi di scatto molto lunghi originano immagini "mosse" ed e possibile sfruttare questo elemento a proprio vantaggio.
Visto che nella composizione l'acqua è l'unico elemento a muoversi, si creerà un contrasto interessante tra il movimento "vellutato" dell' acqua e la restante parte statica del paesaggio, composta da rocce, foglie, arbusti, piante e così via.

In questo modo non è solo possibile scattare meravigliose immagini grandangolari, (come nella prima e nella terza immagine) ma anche soffermarsi su dettagli della composizione, (come nella seconda immagine) che mettono in risalto il contrasto tra l'acqua in movimento e le foglie ferme sulla roccia coperta dal muschio.

Strumentazione

  • Ovviamente la prima cosa che vi serve è una fotocamera digitale sulla quale sia possibile impostare la modalità manuale per utilizzare tempi di scatto lunghi. Io uso la mia Nikon D3100 che essendo una DSLR ( digital single lens reflex) è perfetta per questo utilizzo.

  • Dovendo utilizzare tempi di scatto che vanno dai 6 ai 10 sec sarà indispensabile un buon treppiedi. Esso dovrebbe essere il più possibile solido e resistente, visto che sicuramente (come nel mio caso) vi troverete a dover immergere parte di esso in acqua per scattare dalla posizione migliore, per cui fate attenzione a dove poggiate il treppiedi e fate sempre in modo che sia in una posizione stabile. In commercio ci sono moltissimo treppiedi di svariati marchi, alcuni molto economici ma poco affidabili, altri molto molto costosi ma di una fattura e un livello indiscutibili. Sta a voi valutare il più adatto in base alle proprie possibilità e necessità.


  • Un altro fattore da considerare è la luce. Dovendo scattare di giorno e con tempi molto lunghi è indispensabile utilizzare un filtro ND (densità neutra) da montare sull'obiettivo. Esso limita la luce in entrata nella lente, per cui vi permetterà di usare tempi lunghi anche in giornate molto soleggiate. Senza questi filtri infatti la luce che colpisce il sensore sarà troppa e tutte le vostre foto saranno sovraesposte ed inutilizzabili. Ne esistono di vari tipi in commercio e di tutti i diametri, sono segnati da numeri indicanti di quanti stop fanno calare l'esposizione.


  • Sarebbe inoltre utile utilizzare uno scatto remoto per ridurre le vibrazioni visto che scattando con un tempo di 10 sec la minima oscillazione è amplificata, ma si può benissimo utilizzare l'autoscatto a 10 sec per permettere alla fotocamera di fermarsi completamente dopo aver premuto il pulsante di scatto.



Consigli

Per ottenere immagini molto accattivanti è sempre meglio scegliere giornate non molto soleggiate, anche se usiamo un filtro ND infatti la minor quantità di luce ci permetterà di allungare ulteriormente i tempi di scatto per ottenere risultati ancora migliori.

Inoltre è consigliabile scattare in formato RAW per avere più libertà in ambito di post-produzione soprattutto nel valutare quale è il bilanciamento del bianco corretto e aumentare contrasto e saturazione.

Un suggerimento molto utile può essere quello di scattare dopo una giornata di pioggia in modo che i corsi d'acqua abbiano una portata accettabile. Come detto prima infatti maggiore è la portata dell'acqua migliori saranno i risultati. Ma in tal caso badate bene alla sicurezza vostra e dell' attrezzatura.




Queste sono sommariamente tutte le informazioni su questa particolare tecnica.
Spero di essere stato chiaro ed esaustivo.
Come sempre esorto chi è interessato a provare e  riprovare sul campo perchè il miglior modo per imparare non è leggere, ma scattare.

Grazie.
Gianni Luccheo.